In base al tutorial sul ph tester che potete consultare nella sezione “Video-tutorial”, vi proponiamo un’approfondimento, secondo noi doveroso, su questo tema di grande importanza.
La misurazione del PH è veramente fondamentale nelle coltivazioni idroponiche…ma, sia inteso, anche in quelle organiche-tradizionali!
Per prima cosa chiariamo in modo più preciso che cosa si intende per PH:
“Il pH di un liquido o di un solido dipende dalla quantità di ioni OH- (ossidrile) o H+ (idrogeno libero) presenti; con più ioni OH- la reazione è detta basica o alcalina, con più ioni H+ si definisce invece acida. Se ioni OH e H si equivalgono la reazione è detta neutra.”
Il rapporto tra ioni OH e H viene misurato su una scala di valori che va da 0 a 14. Il 7 indica la neutralità (ossia la parità tra ioni OH e H)
Tanto per fare degli esempi:
. succo di limone, coca cola PH = 2
. vino PH = 4
. acqua pura PH = 7
. ammoniaca PH = 11
La maggior parte delle piante di nostro interesse si avvantaggia di un valore PH compreso tra 5,8 e 6,5 (possiamo definirlo sub-acido, in quanto a 7 si intende la neutralità)
Il livello di PH è di fondamentale importanza nell’assimilazione dei nutrimenti ed in particolare dei microelementi. Vi invitiamo ad analizzare lo schema qui di seguito in cui si nota molto chiaramente come l’assorbimento dei vari nutrimenti cala o cresce con diversi valori PH
Per le coltivazioni idroponiche si consiglia di partire con 3 parti di acqua osmotica ( ottenibile tramite un filtro a osmosi inversa ) o demineralizzata e 1 parte di acqua del rubinetto decantata.
Conviene comunque procedere alla fertilizzazione e poi alla misurazione del PH (molti fertilizzanti influenzano il PH, essendo essi stessi “portatori” di ioni!). Consigliamo inoltre di calibrare periodicamente lo strumento con le apposite bustine di taratura per avere risultati sempre attendibili.
Nel caso ci sia bisogno di abbassare il PH, in commercio esistono prodotti molto pratici (PH down) in grado di correggere velocemente la soluzione nutritiva.
Il caso contrario (PH troppo acido) si corregge facilmente aumentando la porzione di acqua del rubinetto decantata: la maggior parte degli acquedotti cittadini fornisce infatti acqua alcalina! In caso di necessità sono acquistabili anche innalzatori di Ph (PH UP).
Semplice, no?
Vediamo ora come controllare il valore PH nelle coltivazioni organiche.
In questo caso abbiamo a che fare con due sostanze: il substrato e l’acqua di irrigazione – un solido e un liquido, insomma.
Mentre per il solido basterà la scelta di un ottimo terriccio professionale, per il liquido saremo noi, con le buone pratiche di coltivazione, a limitare i danni che potrebbe arrecare.
Primo consiglio: decantate sempre l’acqua di irrigazione!
Usiamo una contenitore dalla capienza sufficiente, e lasciamo respirare l’acqua, cioè evaporare il cloro e depositare il calcio in eccesso. Poi preleviamo l’acqua decantata, prendendola dall’alto, ed eliminando l’ultimo strato.
A questo punto mescoliamo i fertilizzanti e in ultimo analizziamo il PH con un Ph tester, se necessario, correggiamolo con il PH down. Il gioco è fatto!E in outdoor? Sarebbe opportuno analizzare le caratteristiche del terreno a nostra disposizione, ma ciò è spesso fuori portata per difficoltà e spesa.
Molti coltivatori preferiscono scavare un’ampia buca e riempirla di buon terriccio, come si trattasse di un vaso! Metodo pigro, ma di facile realizzazione.
Altri, più impavidi, si avventurano nello sforzo di “ammendare” il terriccio a disposizione con varie strategie. In questa sede accenneremo solo a qualche materiale in commercio che potrà essere di aiuto nell’opera: Humus di lombrico, Premix, Tricoderma. Ricordate però che, per migliorare definitivamente le caratteristiche di un terreno, non basta certo una stagione, ma si tratta di un lavoro che darà i suoi frutti nel lungo periodo.
Come sempre speriamo di essere state utili, brevi ed…esaurienti!!